venerdì 4 ottobre 2013

Le proprietà delle giuggiule



Le proprietà delle giuggiole.

I frutti del giuggiolo vengono utilizzati sia per scopi alimentari sia per le loro proprietà medicinali riconosciute fin dall’ antichità.
Il periodo balsamico è in autunno quando i frutti sono maturi di colore rosso ruggine; e si preparano eliminando i semi e lasciandoli avvizzire per un certo tempo al sole in modo che la polpa diventi più dolce e morbida, dopo di che vengono utilizzati al naturale o tostati.
La giuggiola si può consumare anche bollita e cosparsa con miele e succo di limone, ed è indicata per marmellate e gelatine grazie alla consistenza mucillaginosa della sua polpa; è poi usata in infuso per prevenire e contrastare i sintomi da raffreddamento.
I frutti hanno un buon valore nutritivo, infatti contengono acidi organici, sali minerali, e sono estremamente ricchi di vitamina C; hanno proprietà epatoprotettive, ipocolesterolemiche, antipiretiche ed antiinfiammatorie, e per il contenuto in zuccheri e mucillagini sono emollienti ed espettoranti. Il loro decotto è lenitivo per pelle e mucose, dunque usato contro le infiammazioni alla bocca e alle vie respiratorie.
Come medicamento la giuggiola ricopre un ruolo importantissimo soprattutto nella medicina cinese dove si utilizzano sia i frutti sia i semi.
I principi attivi individuati sono: saponine triterpeniche, piccole quantità di alcaloidi, glicosidi flavonoidici, notevoli quantità di polisaccaridi ad elevato peso molecolare.
Il frutto agisce su milza, fegato e polmoni tonificandoli ed è anche attivo contro disturbi di tipo psicologico e nervoso, esempio tipico lo stress, e come sedativo.
Da studi relativi a questa attività si è visto che la giuggiola intensifica e prolunga l’effetto di farmaci di sintesi ad azione ipnotica e sedativa, e aumenta l’intensità del sonno diminuendone la durata; sembra che questo sia dovuto alla presenza nel frutto di adenosina, considerata un potente ipnotico, non si sono rilevati effetti secondari, col passare del tempo, però si è osservata una certa tolleranza e la diminuzione dell’efficacia ipnotica.
Sono stati dimostrati anche effetti anticonvulsivanti e, sul medio o lungo periodo, una azione normalizzante sulla pressione arteriosa che si mantiene nel tempo, e pare che alcuni particolari glucosidi e un flavonoidequercetin-3-o-glucoside siano i responsabili di questa attività.
Anche i semi contengono le stesse saponine presenti nel frutto e vengono anche questi usati per i disturbi nervosi, in particolare irritabilità, insonnia e palpitazioni connesse ad ansietà; sembra poi che abbiano proprietà stomachiche e toniche, e che ridotti in pasta insieme alla polpa siano utili contro le ustioni.
Vengono utilizzate le foglie per produrre colliri e decotti per impacchi palpebrali, la radice e le parti erbacee del fusto contro anemie, nefriti e disturbi nervosi.

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